Forma autorizzata del nome
Oberbauer Erwin
Erwin Karl Oberbauer nacque da Karl Oberbauer, ufficiale dell'esercito austro - ungarico e Amalia Greiff il 6 febbraio 1902, a Judenburg, in Stiria dove prestava allora servizio il padre. Il padre morì nel 1912 ed Erwin visse a Vienna; nel 1916, frequentò probabilmente l'ottavo anno di ginnasio presso la scuola cistercense di San Bernardo di Mehrerau, alla quale rimase molto legato (1).
Si trasferì successivamente con la madre nel paese d'origine del nonno materno (Gioele Greiff), a Romeno, in Val di Non. Riprese quindi gli studi liceali a Merano presso il k.k. Obergymnasium, frequentando la III e IV classe (2), ma nel corso del 1918 si presentò come volontario di guerra (Kriegsfreiwillige) e fu assegnato alla cancelleria del comando di addestramento militare della 164ª brigata (164° Brig. Ausb. Gruppe) col grado di guardia stabale (Stabswachtmeister). A Romeno Erwin Oberbauer rimase probabilmente per gran parte del primo dopoguerra, ma già nel 1924 lo ritroviamo come membro degli studenti cattolici austro - tedeschi di Roma, impegnato nel favorire i rapporti tra gli studenti cattolici italiani e austriaci (3). Si trasferì infine a Bolzano, dove fu assunto come impiegato in Prefettura.
Il suo vivo interesse verso la storia dell'esercito austro - ungarico ed il primo conflitto mondiale lo spinse, in particolare negli anni del secondo dopoguerra, ad occuparsi della commemorazione dei caduti ed alla tutela dei cimiteri militari situati lungo la linea del fronte 1915-18. Negli anni '60 assunse la carica di presidente della Società veterani militari di Bolzano (Militär - Veteranen - Verein), proprietaria del Cimitero militare di S. Giacomo, succedendo a Ludwig Mitterdorf. Parallelamente ed in relazione a questa sua attività Erwin Oberbauer si dedicò anche alla raccolta di ritagli di giornale con articoli dedicati ai temi della storia dell'esercito austro - ungarico, della storia militare, della prima guerra mondiale, dei cimiteri di guerra. In seguito a questi interessi, egli stabilì almeno dagli inizi degli anni '60, anche rapporti col Museo Storico Italiano della Guerra, che divennero però più frequenti e si concretizzarono spesso nella forma di piccole donazioni verso la fine del decennio successivo mantenendosi sino almeno al 1991. Morì a Bolzano il 27 ottobre 1993.
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