Forma autorizzata del nome
Legione trentina, Firenze 1917 - [1988]
Legione trentina Legione trentina. Associazione fra i trentini combattenti nel R. Esercito Legione trentina. Associazione volontari trentini guerra 1915-1918
La Legione trentina si costituisce a Firenze nellestate del 1917 per riunire e collegare fra loro quei trentini che, subito dopo lo scoppio del conflitto, avevano deciso di disertare la chiamata alle armi dellEsercito imperiale fuggendo in Italia e in alcuni casi arruolandosi nelle file dellEsercito italiano. Durante gli anni di guerra lassociazione si preoccupa principalmente di intervenire in favore degli aderenti; concede sovvenzioni in denaro o fornisce beni materiali, ma già il primo documento programmatico una lettera circolare del giugno 1917 esprimeva chiaramente un ulteriore intento: quello di contribuire concretamente alla raccolta di notizie relative ai volontari «per formare un tutto in un'opera» che comprendesse «l'azione da essi spiegata in omaggio all'ideale per il quale hanno impugnato le armi».
Subito dopo la vittoria, il 5 novembre 1918, la Legione trasferisce la propria sede in via Belenzani a Trento, aprendo durante l'inverno seguente sezioni a Rovereto, Riva e Levico. A questo punto la sua attività s'intensifica notevolmente: assiste i volontari smobilitati, favorisce il rientro dei soldati trentini che ancora si trovavano allestero (si inserisce in questo capitolo la vicenda dei combattenti nei Battaglioni neri in Estremo Oriente), interviene in favore di un adeguato sostegno a mutilati e invalidi di guerra, erige lapidi e monumenti commemorativi in memoria dei volontari caduti, raccoglie documenti probatori circa le «persecuzioni» inflitte dal governo austriaco agli italiani prima e durante la Grande Guerra e più in generale tiene desti e propaganda quei valori di italianità e fedeltà alla patria che avevano alimentato la partecipazione alla guerra dei suoi aderenti (1).
La Legione, nonostante rappresenti e interpreti le istanze solo di una parte esigua della popolazione trentina, esercita una notevole influenza politica. Lo testimonia la sua attività volta a smascherare i comportamenti del passato giudicati filoaustriaci. Per perseguire tale scopo la Legione costituisce al proprio interno un Comitato d'epurazione e sostiene con forza la necessità di attivare dei «giurì d'onore» presso le amministrazioni locali per analizzare i casi d'indegnità. Proprio a seguito delle pressioni della Legione viene costituito presso il Municipio di Trento un Gran giurì donore nel gennaio 1919 (2). Inoltre la pubblicazione su La libertà di un «Memorandum su l'opera di epurazione» raccoglie ladesione di circa 120 Comuni del Trentino e di numerose realtà associative o semplicemente di singoli privati.
Un altro tema cui la Legione rivolge grande attenzione è la questione altoatesina. Essa partecipa al dibattito, talvolta aspro, che vede contrapporsi lo schieramento di chi era favorevole a una provincia unica con Trento capoluogo e quello di chi al contrario sosteneva lopportunità di adottare un atteggiamento più rispettoso nei confronti della popolazione di lingua tedesca. La Legione, facendo proprie le posizioni di Ettore Tolomei, si allinea con il primo adoperandosi con energia nel perseguire il progetto di nazionalizzazione dellAlto Adige.
Ulteriore fronte di intervento in tema di politica nazionale, infine, coinvolge la questione fiumana. Nel 1919 si costituisce in seno alla Legione la cosiddetta Legione fiumana, un manipolo di circa sessanta legionari trentini che si reca a Fiume al seguito di Gabriele D'Annunzio e che partecipa ai combattimenti del dicembre 1920. La Legione trentina costituisce inoltre, a Trento, un Comitato pro Fiume, con il compito di promuovere una sottoscrizione in favore della città adriatica e propagandare le ragioni dell'azione dannunziana.
Si tratta di un coinvolgimento che in un certo senso prelude a quello che accadrà pochi anni dopo. Nel 1927 si completa, infatti, la convergenza fra Legione trentina, Associazione nazionale combattenti e Associazione nazionale volontari di guerra, che decreta di fatto l'assoggettamento della Legione stessa alle direttive del Partito nazionale fascista (3), analogamente a quanto accadeva anche in altre realtà associative.
La compromissione col Fascismo comportò, nel 1946, la proposta di scioglimento dell'associazione da parte del Comitato provinciale di liberazione nazionale. Dopo un acceso dibattito durato un decennio tra favorevoli e contrari, il 30 ottobre 1955 la Legione viene rifondata, con le vecchie finalità commemorative e assistenziali in favore degli associati. Lo scioglimento definitivo, con il conseguente conferimento al Museo del Risorgimento e della lotta per la libertà dellintero patrimonio (finanziario e archivistico) è del dicembre 1988.
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