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Tomasi, Gino, Trento, 1927 maggio 30 – Trento, 2014 settembre 13 - Persona

 

Tipologia

Persona

 

Forma autorizzata del nome

Tomasi, Gino, Trento, 1927 maggio 30 – Trento, 2014 settembre 13  Linked Open Data: san.cat.sogP.92947

 

Altre denominazioni

Tomasi, Gino

 

Professione

Naturalista

 

Descrizione

Gino Tomasi (anagraficamente Luigi) nasce il 30 maggio 1927 a Trento dove consegue la maturità scientifica nel 1949. Nello stesso anno inizia gli studi universitari a Padova, con internato biennale presso l’Istituto di zoologia, diretto dal professor Umberto d’Ancona. Già nel triennio 1951-1953 partecipa, in qualità di esperto entomologo, alla campagna di ricerche sulla fauna delle Dolomiti indetta dall’Istituto di zoologia dell’Università di Padova e dal Centro di studi alpini del consiglio nazionale delle ricerche presso il Museo di storia naturale della Venezia tridentina a Trento, sotto la direzione del professor Giorgio Marcuzzi. In questo periodo svolge inoltre un’intensa attività in campo speleologico, partecipando anche ad iniziative in campo nazionale. Nel 1957 ottiene la laurea in Scienze naturali presso l’Università di Camerino con la tesi in zoologia dal titolo “Distribuzione delle biocenosi fonticole dei monti Sibillini” con relatore il professor Giampaolo Moretti. Viene assunto con la qualifica di assistente presso il Museo di storia naturale di Trento dal 1957 fino al 1959; nell’anno successivo consegue la qualifica di vicedirettore del Museo tridentino di scienze naturali fino al 1964 divenendone direttore nel 1965, proprio nel periodo della trasformazione del precedente museo regionale in ente pubblico funzionale della Provincia autonoma di Trento. Tale ruolo comporta il mandato di ristrutturazione e trasferimento delle sede cittadina del Museo a Palazzo Sardagna e di revisione ed adeguamento delle sue funzionalità scientifiche e organizzative. Gino Tomasi mantiene la qualifica di direttore fino al giorno del pensionamento, 1 giugno 1992 (1); cessato il servizio presso l’Ente, è nominato dal Consiglio di amministrazione del Museo “Direttore emerito” e successivamente Conservatore onorario. Anche dopo il collocamento a riposo frequenta, quasi quotidianamente, il Museo proseguendo le ricerche e gli studi in una stanza nel sottotetto di palazzo Sardagna fra libri, insetti schedati e la collezione di fossili. Gino Tomasi diede slancio alla ricerca locale e alla promozione dell’idea di conservazione della natura; ideatore e promotore dei parchi naturali come l'Adamello Brenta, Paneveggio, Pale di San Martino, patrocinatore del Giardino Botanico Alpino del Bondone, nonché della sezione di Preistoria e della sezione del Museo delle Palafitte del lago di Ledro. Il nome di Tomasi è inoltre legato al progetto di reintroduzione dell’orso in provincia; infatti promuove tre tentativi di reinserimento del plantigrado fra il 1959 e il 1973 e la sua esperienza risulta molto importante per i successivi progetti avviati dalla Provincia. Ad iniziare dal 1966, in collaborazione con la Società di scienze naturali del Trentino, realizza il percorso naturalistico “Sentiero geologico Antonio Stoppani", nei dintorni di Vezzano, con svuotamento e sistemazione di alcuni dei pozzi glaciali (Marmitte dei giganti); partecipa attivamente all’indicazione territoriale delle riserve naturalistiche ed alla individuazione dei primi biotopi provinciali e alla riorganizzazione dei rilevamenti climatico–meteorologici strutturando un Osservatorio, chiamato Trento Nord, a Roncafort, dotato sia di apparecchiature moderne per il rilevamento dati, sia di quelle tradizionali per la didattica. Collabora inoltre alla progettazione scientifica ed espositiva dei Musei di scienze naturali di Faenza (Museo Malmerendi) negli anni 1983-1985, di Bolzano (Naturmuseum Sudtirol - Museo di scienze naturali dell’Alto Adige) negli anni 1986 - 1999 e di Palermo – Terrasini (Museo siciliano di scienze naturali) dal 1987 al 1990...

 

Sistema aderente

Sistema informativo degli archivi storici del Trentino-AST

 

URL Scheda provenienza