Forma autorizzata del nome
Mansioneria Marani, Cavrasto (Bleggio Superiore), 1697 - 1941
ente della chiesa cattolica
Il dottor Guidobaldo fu Aurelio Marani di Cavrasto con suo testamento del 31 ottobre 1697 istituì una mansioneria semplice, assegnando allo scopo un patrimonio costituito da capitali investiti per un totale di 2645 ragnesi.
Il testatore impose l'obbligo della celebrazione di tre messe settimanali in qualunque chiesa della pieve del Bleggio, assegnando il diritto di patronato alla discendenza maschile della famiglia Marani; in caso di estinzione della linea il diritto di nomina del beneficiato sarebbe passato all'arciprete pro tempore, con la clausola che né a lui, né ad altri sacerdoti già dotati di beneficio o cura d'anime sarebbe stato assegnato il beneficio.
Il casato si estinse nel 1840 con la morte del dottor Francesco Marani, che diede luogo a pretese sulla massa ereditaria. In quell'occasione gli eredi riconobbero alla fondazione quota dell'eredità a titolo di reintegro del patrimonio beneficiale. Intanto una nota vescovile autorizzò il parroco del Bleggio, nel caso non si trovasse un sacerdote capace, di nominare al godimento della fondazione la chiesa di Cavrasto cui apparteneva il fondatore, con l'obbligo però alla stessa chiesa di far celebrare le tre messe in settimana in qualche chiesa della parrocchia e di corrispondere al celebrante la relativa elemosina. La mansioneria sarebbe però sempre ritornata al parroco qualora si fosse presentato un sacerdote idoneo.
Il beneficio Marani passò, per le circostanze sopra descritte, alla chiesa di Cavrasto e ne fa conferma anche il decreto visitale del 1908 dove si legge "che già da gran tempo, essendosi, per varie e fortunose circostanze, assottigliata d'assai la primiera sostanza, essa è passata con la debita autorizzazione dei nostri predecessori, nel patrimonio e nella sostanza della chiesa curaziale di Cavrasto, la quale in corrispettivo adempie gli obblighi missari della fondazione ... col presente decreto non solo ratifichiamo e confermiamo il presente stato di cose ... ma ordiniamo ch'esso continui in perpetuo" (1).
Sulle risposte al questionario per la visita pastorale il curato aveva invece dichiarato che "la mansioneria Marani è separata dalla chiesa", che si presentano annualmente i conti e che "i documenti si trovano alla parrocchiale di Santa Croce".
La mansioneria Marani veniva in effetti amministrata separatamente dal curato che ogni anno presentava in Curia il resoconto dell'amministrazione. La documentazione più antica si trova presso la chiesa parrocchiale di Santa Croce.
L'ultimo resoconto relativo alla Mansioneria fu presentato per l'anno 1941: il 16 giugno 1942, liquidando il conto, l'ufficio amministrativo diocesano segnava infatti che "Questo conto d'ora innanzi viene soppresso coll'ordine di consegnare il patrimonio in Curia" (2).
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