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Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, Brentonico, - Ente

 

Tipologia

Ente

 

Forma autorizzata del nome

Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, Brentonico, [1145 maggio 12] -  Linked Open Data: san.cat.sogP.90931

 

Altre denominazioni

Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo

 

Tipo ente

ente della chiesa cattolica

 

Descrizione

L'altopiano di Brentonico, situato nel Trentino sud occidentale, ha un'estensione di 62.67 kmq (1). E' delimitato a nord dalla valle del Cameras, che va da Mori a Nago attraverso il passo S. Giovanni, a ovest dal lago di Garda, a est dal corso del fiume Adige e a sud confina direttamente con il territorio della provincia di Verona. "Brentonico" non è nome di paese, ma denomina l'intera plaga; più che di un altipiano, si tratta di un susseguirsi di ampi terrazzi morenici disposti attorno alla valle creata dal torrente Sorna, che nasce sul monte Altissimo. Brentonico si compone di varie frazioni: Vigo, che è sede comunale, Fontana, Fontechel, Sorne e Lera. Anticamente esisteva una sesta frazione, chiamata Fano ("Fanum", "Fadanum"), distrutta da una dilamazione del terreno nel dicembre del 1648 (2). La prima testimonianza storica dell'uso del toponimo si incontra nell'"Historia Langobardorum" di Paolo Diacono. Quest'ultimo infatti elenca un "Brentonicum" tra le località devastate dall'invasione franca del 590. Secondo le parole dello storico "Nomina autem castrorum quae diruerunt in territorio Tridentino ista sunt: Tesana, Maletum, Sermiana, Appianum, Fagitana, Cimbra, Vitianum, Brentonicum, Volaenes, Ennemase, et duo in Alsuca et unum in Verona." (3). Non si sa se Paolo Diacono alludesse ad un villaggio fortificato o ad un centro abitativo più organizzato, magari con un edificio di culto cristiano. La prima testimonianza scritta dell'esistenza di una "plebs" a Brentonico risale al XII secolo. Infatti in un documento del 17 maggio 1145, col quale il papa Eugenio III confermava a Tebaldo, allora vescovo di Verona, i possedimenti della chiesa veronese, viene elencata, tra le varie pievi, anche la "plebs de Bruntonico cum cappellis et decimis" (4). Il termine di "plebs" non sempre è usato nel Medioevo per indicare l'edificio sacro, ma più spesso nel significato di "ambito territoriale" e, secondo Curzel, in questo caso sta ad indicare il territorio e non l'edificio (5). Se, come dice il documento, già nel 1145 aveva alle sue dipendenze le cappelle dei villaggi vicini, la chiesa pievana e matrice deve risalire ad un'epoca precedente. La cripta dedicata a S. Giovanni Battista secondo il Pilati risalirebbe al VII o addirittura VI secolo (6). Il Gorfer, basandosi sugli studi del Rasmo, ipotizza una datazione al XII secolo (7). In ogni caso l'antichità della pieve di Brentonico è fatto riconosciuto da tutti gli studiosi. Non esiste il documento di erezione della parrocchia: essa è pieve "ab immemorabili". Fin dalla prima attestazione la pieve è compresa nella diocesi veronese; lo sarà fino alla fine del XVIII sec. L'edificio compare per la prima volta in un documento del 1221, relativo ad un furto ai danni della "ecclesie de Brentonico" (8). Ma solo nel 1265 viene menzionato il santo titolare in occasione di una donazione fatta alla chiesa "Sancti Petri de Brentonico" (9) da Azzone di Castelbarco. La prima visita pastorale effettuata sull'altipiano risale all'ottobre del 1456; la pieve aveva quattro cappelle o chiese filiali: S. Martino a Pilcante, S. Zenone a Crosano, S. Bartolomeo a Fano, e S. Maria Maddalena di Prada (10). S. Martino era l'unica ad avere un sacerdote stabile e che poteva agire, almeno in parte, in modo autonomo (11). Quest'ultima poi fu la prima chiesa a rendersi totalmente indipendente già nel 1770, anno in cui venne elevata a sede parrocchiale (12). Con l'aumento della popolazione accresceva il bisogno di costruire nuovi edifici di culto: S. Rocco fu edificata nel XVI secolo ( il vescovo veronese G. M. Giberti "dedit licentiam edificandi unam cappellam [.] in honorem divi Rochi" (13) durante la visita pastorale del settembre del 1532), S. Romedio di Fontechel (14), S. Carlo a Sorne (15) e la chiesetta montana di S. Giacomo sul monte Baldo (16) risalgono a vari momenti del XVII sec.. Inoltre erano soggette alla pieve dei Santi Pietro e Paolo anche la chiesa di S. Bartolomeo di Fano, inghiottita dal terreno nel 1648 e S. Caterina sul Dosso Maggiore, sconsacrata e demolita nel 1825, perché ormai ridotta in ruderi (17). Secondo alcuni studiosi quest'ultima non deve essere confusa con la cappella dedicata a S. Anastasia, costruita all'interno del castello - oggi distrutto - di Dosso Maggiore, ad uso privato dei signori della giurisdizione; secondo altri invece esisteva un'unica chiesetta dedicata ad ambedue le sante (18). Era soggetta a Brentonico anche la chiesa dedicata alla Natività di Maria vergine nell'abitato di Cazzano. Risale all'inizio del Seicento e fu eretta a curazia il 13 gennaio 1849. Quando Crosano nel 1944 venne elevata a parrocchia, Cazzano passò alle dipendenze di quest'ultima. Crosano fu l'ultima a diventare parrocchia. S. Matteo di Cornè (oggi dedicata alla Beata Vergine del Carmelo) e S. Maria Maddalena di Prada erano parrocchie dal 1910, Saccone dal 1942. Inoltre bisogna ricordare anche la piccola chiesa di S...

 

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