Forma autorizzata del nome
Regola di Predazzo, Predazzo, [1382] - 1810 agosto 31
Regola di Predazzo Regola generale di Predazzo
Nell'area trentina lo sfruttamento collettivo delle risorse naturali, che in quanto zona di montagna costituì il fondamento dell'organizzazione delle locali comunità di villaggio, è probabile risalisse a tempi antichi, non essendo cessato interamente neppure in età romana e avendo ricevuto un nuovo impulso in età longobarda.
Incerta appare invece nell'ambito italiano più generale l'origine delle comunità di villaggio, sulla quale è stato a lungo dibattuto nelle diverse stagioni storiografiche. La fase di transizione da più antiche forme comunitarie alla comunità rurale vera e propria, dotata delle forme istituzionali che poi ne accompagnarono l'esistenza attraverso il medioevo e l'età moderna, fu assai diversificata da luogo a luogo e si estese all'incirca dall'XI al XIII secolo.
Le comunità rurali trentine (una realtà non sempre uniforme) assunsero il nome di regole, mentre carte di regola erano detti gli statuti che, originati da antiche consuetudini fissate per iscritto a partire dal XIII secolo, normavano lo sfruttamento dei beni collettivi, prescrivendo inoltre modi e termini del governo delle comunità.
L'organizzazione in regole caratterizzò, con mutamenti poco percettibili e di lungo periodo, la vita delle vallate della regione durante tutta l'età medievale e l'antico regime. Solo verso la fine del Settecento il governo asburgico, e in parte anche quelli vescovili di Trento e Bressanone per le comunità trentine che erano a essi sottoposte, operarono per ricondurre tali forme di autogoverno entro l'alveo dell'amministrazione statale in via di consolidamento.
L'istituzione in Tirolo degli Uffici circolari (Kreisämter) nel 1754, regnante l'imperatrice Maria Teresa, determinò nel Circolo ai Confini d'Italia - con capoluogo Rovereto e comprendente gran parte dei territori dell'attuale provincia di Trento facenti capo alla contea del Tirolo - un maggior controllo da parte del Capitano di Circolo anche nei confronti delle comunità (1).
Mediante ordinanza del 10 maggio 1787, sotto l'imperatore Giuseppe II, le adunanze regoliere collettive nei feudi trentino-tirolesi (Circolo ai Confini d'Italia) furono sottoposte ad autorizzazione dell'autorità superiore; il 5 gennaio 1805, dopo la secolarizzazione del principato vescovile, detta norma venne estesa anche al resto del territorio. Altre limitazioni (soppressione delle regolanie maggiori e minori) giunsero da parte del governo bavarese il 4 gennaio 1807.
Con l'editto del 24 luglio 1808, in concomitanza con la ristrutturazione del regno di Baviera sulla base dell'esperienza istituzionale francese, pur rimanendo formalmente ancora in vigore le carte di regola, quelle che erano ormai definite 'le comuni' furono interamente sottomesse alle autorità statali.
Gli atti finali dell'esistenza delle antiche comunità rurali si compirono sotto il Regno italico. Nel Regio Decreto del 24 luglio 1810, che stabiliva la ristrutturazione amministrativa operata nel neoistituito Dipartimento dell'Alto Adige sulla base di quella vigente nel Regno, venivano anche proposte (e poi realizzate con l'attivazione del Dipartimento il 1 settembre 1810) le aggregazioni delle molte comunità sparse sul territorio in un numero fortemente ridotto di comuni amministrativi, posti sotto un diretto e rigido controllo da parte delle autorità statali.
Mediante un decreto successivo, datato 23 agosto 1810, veniva esteso al Dipartimento l'ordinamento amministrativo dei comuni del Regno italico.
Predazzo è il comune più popoloso della val di Fiemme. Il borgo rappresenta l'evoluzione medievale di alcuni masi (12 secondo la tradizione ma non documentati), sparsi nella piana alluvionale formata dall'incontro del torrente Travignolo e dell'Avisio: nel XIII secolo i masi assunsero il nome comune di Predazzo. Agli inizi del Trecento a Predazzo si costituì la Regola all'interno della Comunità di Fiemme e nel 1318 il paese formò un "quartiere" assieme a Moena, Forno e Daiano.
La particolarità di Predazzo all'interno delle istituzioni medievali consiste nella contemporanea esistenza di un'altra amministrazione dei beni comuni che si chiamò Regola feudale di Predazzo. Essa è sopravvissuta con compiti modificati, attraversando secoli di vicende storiche, fino ai nostri giorni(1).
Predazzo ebbe una certa importanza per i lavori delle miniere di rame del monte Mulat e di ferro sul monte Viezzena fino al 1522; la peste del 1575 distrusse quasi tutta la colonia di minatori. I lavori per l'estrazione del ferro furono ripresi per qualche tempo nel sec. XIX. Importante la selva di Paneveggio per il commercio dei legnami da costruzione, che venivano trasportati dal torrente Travignolo. Nel 1887 Predazzo fu elevato a borgata (2).
Il nucleo primitivo del villaggio di Predazzo viene indicato in due luoghi distinti uno chiamato Costa (o Folon) e l’altro Pratatium per indicare presumibilmente il grande prato dove sorgeva, ai piedi del Monte Mulat...
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