Forma autorizzata del nome
Comunità di Meano, Meano (Trento), [sec.XVI inizio] - [1810]
Fino al 1583 la comunità di Meano fu soggetta alla vicina città di Trento, governata da un Magistrato consolare. Nel 1583 si staccò da Trento formando un comune autonomo, soggetto soltanto alla Pretura esterna della città, mentre prima era soggetto alla giurisdizione interna ossia allo stesso Magistrato consolare. Nella divisione la comunità di Meano restò in quell'anno debitrice della città di 586 ragnesi.
La magnifica comunità di Meano sotti i Principi vescovi di Trento si vantava di essere una delle 18 comunità che dipendevano direttamente dal principe senza ingerenza di castellani o di altre comuità intermediarie.
La Comunità di Meano raggruppava quattro columelli: Vigo Meano, Gazzadina, Meano e Gardolo di Mezzo. Vigo con San Lazzaro, Gazzadina con Cortesano formavano i due columelli di sopra, Meano con Gardolo di Mezzo e i Masi i due columelli di sotto. Ogni columello era presieduto da un giurato.
La Regola generale della comunità di Meano veniva convocata al triplice tocco della campana della chiesa parrocchiale di Meano. I vicini si riunivano a trattare gli affari comunali nella "Cà Comuna", situata ai piedi del colle nel campo della Croce.
Sotto il principato vescovile di Trento gli affari giudiziari venivano trattati dalla Pretura di Trento; nel 1807 il Comune passò sotto il Giudizio di Civezzano e dal 1835 in poi sotto quello di Lavis.
Il 1° dicembre 1807, con l'abolizione delle regole generali, il sindaco di Meano ricevette una disposizione, secondo la quale "li giurati di cadaun columello dovrà raccolgiere i voti oppure la maggioranza di voti dei vicini di cadaun columello e portarla in iscritto al sindaco come deliberazione degli affari da essi sindaco premossi, ed in caso di diversità di tali decreti regolanari sarà passata l'ulterior decisione davanti al Giudizio distrettuale di Civezzano". Metodo assai barocco che fu subito sostituito da una specie di rappresentanza comunale e talvolta dalla convocazione della regola, dietro superiore permesso.
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