Forma autorizzata del nome
Napolitani, Diego, psicoanalista, (Napoli 1927 - Milano 2013)
Nato da Alma Minozzi e da Vincenzo Napolitani (unico avvocato in una famiglia di magistrati), durante la guerra vive l'adolescenza fra la Napoli descritta da Curzio Malaparte nel romanzo "La pelle" e Positano. Qui conosce un altro scrittore, il tedesco Stefan Andres, rifugiatosi nella località campana in seguito al rifiuto di divorziare dalla moglie ebrea. Con Andres il giovane Diego Napolitani trascorre tanto tempo, ed è proprio ascoltando i suoi racconti che sente parlare per la prima volta di libertà e intolleranza. Per allontanarsi dall'ambiente borghese in cui è cresciuto (proprio nell'ordine borghese, gli aveva suggerito Andres, si annidano i germi della violenza nazifascista), nel dopoguerra milita nel Partito comunista - non senza metterne in luce l'atteggiamento dogmatico e dirigista -, nella stessa cellula del futuro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Nel frattempo si iscrive alla Facoltà di medicina dell'Università di Napoli, dove nel 1951 consegue la laurea. In seguito lavora come assistente presso l'Istituto universitario di patologia medica, e nel 1953 si specializza in endocrinologia e malattie del ricambio presso l'Università di Firenze.
In questi anni si avvicina alla psichiatria e alla psicoanalisi grazie allo zio materno, Fabio Minozzi, che gli consiglia di prendere contatti con Ernst Bernhard, fondatore del movimento junghiano in Italia. In seguito a un periodo di analisi con Bernhard, nel 1955 si trasferisce a Milano: qui incontra Franco...
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