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Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi di guerra - Ente

 

Tipologia

Ente

 

Forma autorizzata del nome

Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi di guerra  Linked Open Data: san.cat.sogP.66882

 

Altre denominazioni

ANMIG

 

Data di esistenza

29 aprile 1917 -

 

Sede

Roma

 

Sede

Roma

 

Descrizione

L'Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi di guerra (ANMIG) fu costituita a Milano il 29 aprile 1917, mentre ancora infuriava la Prima Guerra Mondiale, per iniziativa spontanea di numerosi ex combattenti desiderosi di creare un'associazione che avesse finalità di sostegno materiale e morale per chi aveva riportato invalidità e mutilazioni a seguito delle azioni belliche, con particolare riguardo all'assistenza nelle pratiche per il riconoscimento dei diritti pensionistici, all'intervento presso i poteri pubblici per la difesa dei diritti e degli interessi degli associati e al procacciamento e all'intermediazione gratuiti al fine di procurare impiego agli aderenti. Se ancora lo Statuto approvato dal Congresso di Firenze del luglio 1920 prevedeva forme democratiche di elezione alle cariche sociali, e inseriva esplicitamente tra le finalità dell'associazione quella "di mantenere tra gli invalidi della guerra il sentimento della fratellanza e, in omaggio all'Umanità, l'opposizione alle guerre ed il concetto della inviolabilità di tutte le Patrie", nonché di "procedere all'attuazione del suo programma mantenendosi estranea ed indipendente da qualsiasi partito ed azione di parte politica", ciò non di meno anche l'ANMIG fu ben presto sostanzialmente fascistizzata, in particolare sotto la presidenza di Carlo Delcroix, grande invalido di guerra e fascista e nazionalista della prima ora. In particolare, a riconoscimento delle sue funzioni di patronato, l'ANMIG fu eretta in Ente Morale con Regio Decreto n. 2162 del 16 dicembre 1929, mentre le diverse revisioni statutarie approvate fino al 1940 conferivano all'ANMIG l'"esclusiva rappresentanza degli interessi morali e materiali dei mutilati e invalidi di guerra", ponendo però l'associazione "politicamente alle dipendenze del P.N.F." e "sotto la tutela e la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri", prevedendo l'elezione del Presidente dell'associazione e del suo Comitato nazionale "con decreto del Duce del Fascismo". Fatta quindi a parte la parentesi dell'epoca del regime fascista, l'associazione fin dagli inizi - e poi di nuovo dopo la Seconda Guerra Mondiale - è stata retta da un Comitato centrale composto di un numero variabile di delegati regionali e di membri nominati dai soci effettivi in occasione di ciascun Congresso nazionale di tutti i soci, che è ordinariamente triennale e a cui competono in esclusiva la nomina del Comitato centrale e le modifiche dello Statuto. All'interno del Comitato centrale (cui competono l'approvazione dei bilanci e dei regolamenti e la gestione della "Casa Madre del Mutilato" sorta a Roma) ogni regione doveva originariamente avere almeno un rappresentante detto "Fiduciario", eletto con votazione separata dai rappresentanti di ciascuna regione, che avrebbero poi indicato anche i restanti membri necessari per integrare il numero dei componenti il Comitato centrale. Successivamente, a partire almeno dal 1963, sarebbero stati denominati "Fiduciari" i soci nominati all'interno di ciascuna Sezione cui venivano riconosciuti compiti organizzativi, di propaganda e di raccolta delle adesioni dei soci, che "attuano i fini associativi nel campo dell'assistenza, rendendosi interpreti dei bisogni dei soci". Di fatto il "governo" dell'associazione è poi stato sempre delegato dal Comitato centrale dapprima alla Commissione esecutiva, ora alla Direzione nazionale, composta dal Presidente, dai tre Vicepresidenti e da altri 7 membri eletti a scrutinio segreto nell'ambito del Comitato centrale. Dal punto di vista organizzativo l'ANMIG si sarebbe poi sempre ripartita, al di sotto del livello nazionale, in "Comitati Regionali" (composti dai presidenti di ciascuna Sezione esistente nella Regione e presieduti da un Delegato regionale), in "Comitati Provinciali" (composti dai presidenti di ciascuna Sezione esistente nella Provincia e presieduti dal Presidente della Sezione del capoluogo provinciale) e in "Sezioni" (rette da un proprio Consiglio direttivo eletto dall'Assemblea dei soci, ordinariamente triennale, con un numero di consiglieri proporzionale al numero di iscritti per ciascuna Sezione) istituite in ciascun capoluogo di provincia o in altri comuni laddove si raggiungesse in passato l'adesione di un abbastanza cospicuo numero di iscritti (variabile da 150 a 300 nel corso del tempo), con eventuali "Sottosezioni". Per quanto riguarda in particolare l'Emilia-Romagna, l'ANMIG all'epoca della sua massima attività (fino agli anni Ottanta-Novanta ora trascorsi), è giunta a contare in un totale di 19 Sezioni aventi sede a: Bologna (e nella sua provincia a Imola e a San Giovanni in Persiceto), Ferrara (e nella sua provincia ad Argenta, Bondeno e Cento), Forlì, Cesena, Rimini, Modena (e nella sua provincia a Carpi e a Mirandola), Parma, Piacenza, Ravenna (e nella sua provincia a Faenza e a Lugo) e Reggio Emilia. La gestione commissariale incaricata della ripresa della gestione ordinaria dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale recuperò nella sua forma originaria lo statuto ancora informato a principi democratici approvato nel 1920, apportandovi nel 1946 alcune modifiche, in particolare con l'estensione della facoltà di essere ammesso come socio a tutti "coloro che hanno diritto, acquisito o presumibile, al conseguimento della pensione di guerra", con esclusione dei "volontari della guerra di Spagna 1935-1936" e con inclusione di chi fosse stato "partigiano o patriota della guerra di liberazione nazionale". L'Associazione ha conosciuto l'ultimo significativo mutamento istituzionale con il Decreto del Presidente della Repubblica del 23 dicembre 1978 con cui, in applicazione dell'art. 115 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 24 luglio 1977, ha continuato a sussistere come Ente morale abbandonando però la personalità giuridica di diritto pubblico e assumendo quella di diritto privato. L'ANMIG continua tuttora la sua attività di assistenza morale e materiale dei superstiti mutilati e invalidi di guerra d'Italia; lo «Statuto» vigente, approvato nel 2009, oltre a riconfermare le finalità di tutela, di assistenza e di solidarietà fra soci, ne ribadisce la natura di associazione volta a "contribuire al rafforzamento della coscienza civile e democratica degli Italiani» e a «sostenere lo Stato democratico nei suoi ordinamenti fissati dalla Costituzione repubblicana", prevedendo - "allo scopo di dare continuità ai valori e agli ideali di cui sono portatori i mutilati e gli invalidi di guerra" - l'istituzione della "Fondazione dell'ANMIG" e l'ammissione a soci effettivi anche per "i figli, i nipoti e i pronipoti, discendenti in linea diretta" dei soci effettivi, per cui è prevista l'istituzione di una apposita "Consulta nazionale" composta da 29 membri.

 

Sistema aderente

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