Forma autorizzata del nome
Comune di Massafra, Massafra (Taranto), 1806 -
ente pubblico territoriale
Il primo riferimento documentario all'insediamento di Massafra è contenuto in una pergamena risalente al 970 e conservata presso l'Archivio dell'Abbazia di Montecassino: si tratta di una controversia giudiziaria per il possesso di un terreno promossa dall'abate Ilario del monastero bizantino di San Pietro Imperiale contro Iocardo, cittadino di Massafra [cfr. "La Chiesa di Taranto: studi storici in onore di mons. Guglielmo Motolese arcivescovo di Taranto nel XXV anniversario del suo episcopato. Dalle origini all'avvento dei Normanni", a cura di Cosimo Damiano Fonseca, Galatina, Congedo, 1977, p. 91]. Nel X sec. Massafra era sede di gastaldato, istituzione amministrativa e militare longobarda con poteri di governo e di giustizia. Nel 1046 fu annessa alla contea di Mottola retta da Drogone d'Altavilla e, a partire dal 1080, dal figlio Riccardo Senescalco. Nel 1269 Carlo I d'Angiò concesse il feudo di Massafra a Oddone di Soliac che nel 1296, a causa del suo dispotismo, fu bandito dal Regno di Sicilia per decisione di Carlo II. Il feudo fu allora incluso tra i possedimenti del principato di Taranto fino al 1463, anno in cui passò al demanio regio. Nel 1484 Massafra fu baronia di Antonio Piscicello e nel 1497 il re Federico d'Aragona la assegnò al principe napoletano Artusio Pappacoda, al cui casato appartenne per circa un secolo e mezzo. Tra il 1633 e il 1661 subentrarono quali feudatari i Carmignano, cui successero gli Imperiali marchesi di Oria e Francavilla che la ressero...
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