Forma autorizzata del nome
Datini, Francesco
Prato, Firenze, Genova, Pisa, Avignone, Catalogna
Nato a Prato attorno al 1335 da Marco di Datino, mercante dell'arte dei tavernieri, perse i genitori nel 1348. Dopo aver frequentato varie botteghe a Firenze, dove apprese l'arte dei conti e della mercatura, nel 1350 si trasferì ad Avignone dove fu impiegato in varie aziende in qualità di garzone e poi di fattore. Dal 1363 compare in qualità di socio in tre società e nel 1373 è titolare di un'azienda individuale, affidata nel 1382 a Boninsegna di Matteo e Tieri di Benci. Rientrato a Prato nel giro di pochi anni dette vita a cinque nuclei aziendali a Pisa, Firenze, Prato, Genova e Barcellona (con le filiali di Valenza e Maiorca) anch'esse affidate a propri collaboratori distaccati in loco. Per la perdita di molti valenti collaboratori, dovuta alla peste del 1400, dovette chiudere le due aziende industriali e la compagnia bancaria, assieme con quelle di Pisa e Genova. Le altre aziende proseguirono fino al 1410, mentre quella di Firenze si protrasse fino al 1415. Suo erede universale fu il Ceppo Nuovo.
Bibliografia: "Le lettere di Francesco Datini alla moglie Margherita (1385-1410), a cura di Elena Cecchi, Prato, Società Pratese di Storia Patria, 1990;
Federigo Melis, "L'archivio di un mercante e banchiere trecentesco: Francesco di Marco datini da Prato", Roma, 1954;
Federigo Melis, "Aspetti delle vita economica medievale: studi nell'archivio Datini di Prato", Siena, Monte dei Paschi, 1962;
Federigo Melis, "Influenze datiniane nel sistema economico europeo: secoli XIV-XV", Prato, Rindi, 1954;
Iris Origo, "Il mercante di Prato: Francesco di Marco datini", Milano, Bompiani, 1958.
SIAS. Sistema Informativo degli Archivi di Stato.