Forma autorizzata del nome
Cancelleria arcivescovile di Milano
ente e associazione della chiesa cattolica
La Curia arcivescovile ambrosiana, a capo della quale stava l'arcivescovo, annoverava una Cancelleria composta dal vicario generale e da notai, causidici, servitori e "famuli", questi ultimi incaricati di mansioni inferiori. "I notai erano responsabili della verbalizzazione di ogni atto compiuto dal vicario generale, o dai suoi delegati, e di ogni fase dei processi condotti di fronte al tribunale episcopale" (BELLONI, Francesco della Croce, p. 78). Inoltre i notai potevano assumere la carica di procuratore e potevano rappresentare le parti coinvolte in processi presso il tribunale vescovile; essi si occupavano di "interrogatorio di testimoni, compimento di perizie, tassazione delle spese processuali sostenute dalla parte vincitrice" (BELLONI, Francesco della Croce, p. 79). I notai erano solitamente scelti in base alla parentela con altri notai e causidici che in precedenza avevano lavorato in Curia o per collaborazioni svolte con questi ultimi. Come stabilito dal diritto canonico, erano pagati dalle parti per cui redigevano il documento o, nel caso di processo, dalla parte che avesse perso la causa. Occasionalmente la Curia poteva rivolgersi anche a notai non di Curia per atti di minore importanza.
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