Forma autorizzata del nome
Comune di Milano
ente pubblico territoriale
Le origini dell'organizzazione comunale a Milano risalgono alla fine del sec. XI(1), quando il governo della città passa dall'arcivescovo al consiglio cittadino formato dai rappresentanti di tre ceti (capitani o aristocrazia feudale, valvassori, e "cives" o possidenti non feudali) che eleggono alcuni di loro, chiamati "consules", per governare su tutto il territorio compreso nei confini dell'arcidiocesi. I consoli detengono tutte le funzioni e il potere (politico-amministrativo-giudiziario). Nel 1153 l'istituto consolare subisce uno sdoppiamento in consolato del comune (per gli affari politici, l'amministrazione e le cause penali) e consolato di giustizia (per la giustizia civile). I due consolati sono eletti sempre dal consiglio cittadino (2). A cavallo dei secc. XII e XIII l'istituto consolare viene sostituito dalla magistratura podestarile: i poteri del comune si concentrano per quasi tutto il sec. XIII in una sola persona, forestiera, fino al consolidarsi della signoria. Il potere è esercitato dal podestà affiancato da ufficiali che sono destinati all'amministrazione di specifici settori come le acque, le strade, le vettovaglie, etc. In epoca signorile il compito del podestà si riduce notevolmente, egli si occupa quasi esclusivamente della giustizia civile e penale. L'assemblea cittadina(3) nel sec. XIII si riunisce più raramente e, a partire dal 1279, viene affiancata da un organismo ristretto composto da dodici membri e presieduto da un rappresentante del signore, il vicario di provvisione. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
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