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27 febbraio 2015

Il "documento del giorno"

27 febbraio 1960: muore ad Aigle l'imprenditore umanista, ingegnere e politico Adriano Olivetti

Adriano Olivetti nasce a Ivrea l’11 aprile del 1901, secondogenito di Camillo Olivetti e Luisa Olivetti Revel.
Negli anni della formazione è molto attento al dibattito sociale e politico; frequenta ambienti liberali e riformisti, collabora alle riviste L’azione riformista e Tempi nuovi e, durante il periodo torinese, entra in contatto con Piero Gobetti e Carlo Rosselli.
Dopo la laurea in Ingegneria Chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia l’apprendistato, come operaio, nella fabbrica di macchine per scrivere fondata dal padre Camillo nel 1908 a Ivrea. L’anno seguente compie un viaggio di studi negli Stati Uniti dove, tra l’altro, visita più di cento grandi fabbriche in pochi mesi, con lo sguardo rivolto a cogliere il segreto dei moderni metodi di produzione e di organizzazione del lavoro. Al ritorno a Ivrea, propone al padre un ambizioso e innovativo programma per modernizzare l’attività della Olivetti, in particolare: organizzazione decentrata del personale, direzione per funzioni, razionalizzazione dei tempi e metodi di montaggio, sviluppo della rete commerciale in Italia e all’estero.
Alla fecondità di proposte strutturali per la vita della fabbrica, Adriano affianca la prima di tante intuizioni di prodotto: l’avvio del progetto della prima macchina per scrivere portatile, che uscirà nel 1932 con il nome di MP1.
La nuova organizzazione comporta un aumento significativo della produttività della fabbrica di Ivrea e un cospicuo incremento delle vendite. Nel 1931 Adriano si reca in Unione Sovietica insieme con una delegazione di industriali italiani. Nello stesso anno introduce in Olivetti il Servizio Pubblicità, che fin dagli inizi si avvale del contributo di importanti artisti e designer, mentre l’anno successivo viene istituito l’Ufficio Organizzazione. Nel 1932, Adriano Olivetti è nominato Direttore Generale dell’azienda di Ivrea. Ne diventerà il Presidente nel 1938, subentrando al padre Camillo.
Adriano guida con decisione l’Olivetti verso gli obiettivi dell’eccellenza tecnologica, dell’innovazione e dell’apertura verso i mercati internazionali, dedicando particolare cura anche al design industriale, per il quale, nel 1955, vince il prestigioso Compasso d’Oro per meriti conseguiti nel campo dell’estetica industriale, e al miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti.
Porta avanti riflessioni e sperimentazioni nel campo dei metodi di lavoro e pubblica, nella rivista da lui fondata, Tecnica e Organizzazione, vari saggi di tecnologia, economia, sociologia industriale.
Nel 1948 negli stabilimenti di Ivrea viene costituito il Consiglio di Gestione, per molti anni unico esempio in Italia di organismo paritetico con poteri consultivi di ordine generale sulla destinazione dei finanziamenti per i servizi sociali e l’assistenza. Nel 1956 l’Olivetti riduce l’orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali a parità di salario, in anticipo di diversi anni sui contratti nazionali di lavoro.
Nella grafica e nel design industriale Adriano chiama a lavorare a Ivrea giovani collaboratori come Marcello Nizzoli, Giovanni Pintori, più tardi Ettore Sottsass. Tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta la Olivetti introduce nel mercato alcuni prodotti destinati a diventare veri oggetti di culto per la bellezza del design, per la qualità tecnologica e l’eccellenza funzionale: tra questi la macchina per scrivere Lexikon 80 (1948), la macchina per scrivere portatile Lettera 22 (1950), la calcolatrice Divisumma 24 (1956). Nel 1959 la Lettera 22 viene indicata da una giuria di designer a livello internazionale come il primo tra i cento migliori prodotti degli ultimi cento anni.
Durante la dirigenza di Adriano Olivetti la gamma dei prodotti Olivetti viene continuamente ampliata e la capacità produttiva della fabbrica si espande per far fronte a sempre nuove esigenze del mercato nazionale e internazionale. In Italia entrano in funzione gli stabilimenti di Pozzuoli e di Agliè (1955), di S. Bernardo di Ivrea (1956), della nuova ICO a Ivrea e di Caluso (1957). In Brasile, nel 1959 si inaugura il nuovo stabilimento di San Paolo.
Gli ottimi risultati conseguiti sui mercati internazionali con i prodotti per ufficio non distolgono l’attenzione di Adriano Olivetti dall’emergente tecnologia elettronica. Già nel 1952 la Olivetti apre a New Canaan, negli USA, un laboratorio di ricerche sui calcolatori elettronici. Nel 1955 viene costituito il Laboratorio di ricerche elettroniche a Pisa; nel 1957 Olivetti fonda con Telettra la Società Generale Semiconduttori (SGS) e nel 1959 introduce sul mercato l’Elea 9003, il primo calcolatore elettronico italiano sviluppato e prodotto nel laboratorio di Borgolombardo. Il successo imprenditoriale di Adriano Olivetti ottiene il riconoscimento della National Management Association di New York che nel 1957 gli assegna un premio per "l’azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale". Nel 1959 Adriano conclude un accordo per l’acquisizione della Underwood, azienda americana leader nei prodotti per ufficio con quasi 11.000 dipendenti, a cui il padre Camillo si era ispirato quando, nel 1908, aveva avviato la sua iniziativa imprenditoriale.
La sua poliedrica personalità porta Adriano a impegnarsi non solo nel campo strettamente industriale e imprenditoriale, ma a occuparsi anche di problemi di urbanistica, di architettura, di cultura, oltre che di riforme sociali e politiche. A Ivrea si costruiscono nuovi edifici industriali, uffici, case per dipendenti, mense, asili, progettati da grandi architetti, tra cui Figini, Pollini, Zanuso, Vittoria, Gardella, Fiocchi, Cosenza, dando origine a un articolato sistema di servizi sociali per i dipendenti Olivetti che saranno però da subito accessibili all’intera comunità eporediese.
Alla metà degli anni Trenta Adriano partecipa agli studi per un Piano Regolatore della Valle d’Aosta, terminato nel 1937. L’anno seguente aderisce all’Istituto Nazionale di Urbanistica di cui, nel 1948, diventa membro del Consiglio Direttivo e editore della rivista Urbanistica. Salito al vertice dell’Istituto con l’appoggio di un gruppo di giovani architetti (tra cui Ludovico Quaroni), a partire dal 1950 le attività di cui Adriano Olivetti si fa promotore sanciscono il primato politico dell’Urbanistica e della Pianificazione. Nel 1951 collabora in modo decisivo con il Comune di Ivrea per l’avvio di un nuovo Piano Regolatore della città.
Nel 1956 Adriano è nominato membro onorario dell’American Institute of Planners e Vicepresidente dell’International Federation for Housing and Town Planning; nel 1959 è eletto Presidente dell’Istituto UNRRA-Casas per la ricostruzione post-bellica in Italia.
Tra i numerosi riconoscimenti che gli sono attribuiti per le sue attività in questo campo, gli viene conferito nel 1956 il Gran Premio di architettura per "i pregi architettonici, l’originalità del disegno industriale, le finalità sociali e umane presenti in ogni realizzazione Olivetti".
Alla fine della seconda guerra mondiale l’attività di Adriano Olivetti come editore, scrittore e uomo di cultura si intensifica. Già prima della guerra, grazie all’aiuto di un gruppo di giovani intellettuali, aveva fondato la casa editrice NEI (Nuove Edizioni Ivrea), progetto trasformatosi poi di fatto, nel 1946, nelle più celebri Edizioni di Comunità.
Durante l’esilio in Svizzera (1944-1945) Adriano completa la stesura della sua opera più importante: L’ordine politico delle comunità, pubblicato alla fine del 1945. Nel libro sono espresse le idee che costituiscono la base programmatica del Movimento Comunità che Adriano fonda nel 1947. L’opera è un’articolata proposta politica intesa a istituire nuovi equilibri politici, sociali, economici tra i poteri centrali e le autonomie locali.
La rivista "Comunità", che inizia le pubblicazioni nel 1946, diventa il punto di riferimento culturale del Movimento. Alla fine del 1959 le Edizioni di Comunità pubblicano in raccolta i saggi e gli interventi più significativi di Adriano Olivetti con il titolo di "Città dell’Uomo".
Nel 1955 Adriano Olivetti fonda l’IRUR - Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale del Canavese – con lo scopo di promuovere nuove attività industriali e agricole nel territorio: l’obiettivo è quello, da una parte, di combattere la disoccupazione nell’area canavesana e, dall’altra, di scongiurare l’inurbamento di quelle popolazioni a Ivrea.
L’anno seguente il Movimento Comunità si presenta alle elezioni amministrative e Adriano Olivetti viene eletto sindaco di Ivrea. Il successo induce i comunitari a presentare alcune liste nelle elezioni politiche generali del 1958. In Parlamento risulta però eletto, come Deputato, il solo Adriano Olivetti.
Adriano Olivetti muore improvvisamente il 27 febbraio 1960 durante un viaggio in treno da Milano a Losanna.
La sua scomparsa lascia orfana della sua guida un’azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all’estero, e un progetto culturale, sociale e politico di grandissima complessità, dove fabbrica e territorio sono indissolubilmente integrati in un disegno comunitario armonico.
 
 
         

 

 

Fonte

istituto centrale per gli archivi - icar

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